L'Alfa Romeo 2uettottanta (si legge Duettottanta) è una concept car sviluppata e realizzata nel 2010 dalla carrozzeria italiana Pininfarina sulla base dell'Alfa Romeo Spider (quella prodotta a partire dal 2006). Venne presentata al Salone dell'Automobile Ginevra nel 2010, non da Alfa Romeo, ma dalla stessa Pininfarina. È stata l’ultima vettura nata dalla collaborazione tra Alfa Romeo e Pininfarina.
Il nome di quest'auto è formato da due parole: "Duetto", che è il nome, o meglio soprannome, con cui era ed è tutt'oggi conosciuta l'Alfa Romeo Spider del 1966, e "ottanta", che all'epoca della presentazione erano gli anni di attività della carrozzeria Pininfarina (1930-2010). Chiamarla "Duetto 80" sarebbe però stato troppo facile, e forse troppo scontato per un'azienda creativa come Pininfarina, e allora battezzarono la loro concept Alfa Romeo attaccando "duetto" e "ottanta", e togliendo la doppia "o"; e la "D" maiuscola divenne un 2: il risultato? 2uettottanta, proprio così.
Il 2010 non fu solo l'anno che segnava gli 80 anni di attività di Pininfarina, ma anche i 100 anni di vita di Alfa Romeo. Il connubio tra queste due aziende era tra i più significativi e longevi della storia dell'automobile, e proprio per questo Pininfarina, con la presentazione di 2uettottanta, volle non solo festeggiare il suo compleanno, ma anche omaggiare la ricorrenza del centenario del Biscione.
Queste le parole con le quali il Presidente Paolo Pininfarina ripercorreva in sintesi quegli straordinari 80 anni di attività.
Sono passate le epoche, si sono succeduti gli uomini, ma nel Dna la Pininfarina di oggi è la stessa degli anni trenta. La centralità del design, il senso estetico in grado di creare bellezze senza tempo, la costante tensione all'innovazione, la forza di una tradizione che sposa industria, tecnologia e ricerca stilistica, la capacità di interpretare le esigenze del cliente senza snaturarne l'identità di marca, la propensione alle collaborazioni di lungo periodo. Saranno proprio questi valori, uniti all'impegno di tutti a costruire un ponte verso il futuro.
Alfa Romeo 2uettottanta - DIMENSIONI
Lunghezza: 4212 mm
Larghezza: 1797 mm
Altezza: 1280 mm
Peso: 1220 Kg
Alfa Romeo 2uettottanta - MOTORE
Alfa Romeo 2uettottanta era studiata per ospitare sotto il lungo cofano anteriore, il motore 1750 Tbi (4 cilindri in linea, turbo benzina) da 235 CV disposto in posizione longitudinale ed associato a un cambio sequenziale a sei rapporti e alla trazione posteriore, che sarebbe stata un altro graditissimo ritorno. Il cambio TCT (Twin Clutch Transmission, più banalmente trasmissione a doppia frizione) forniva la potenza alle ruote posteriori attraverso un differenziale elettronico a slittamento limitato, che consentiva un tempo di accelerazione per lo 0-100 km/h di circa 6 secondi.
Alfa Romeo 2uettottanta - DESIGN ED ESTERNI
La prima caratteristica di spicco della 2uettottanta è rappresentata dall’interpretazione sofisticata della carrozzeria, quindi dalle bellissime proporzioni con coda corta e cofano lungo, frontale basso e stile dinamico. Nella parte anteriore, i fari a led, sottili e aggressivi, erano posizionati sotto la linea dei muscolosi passaruota, con le linee del cofano che continuavano fino a raggiungere il grande scudetto centrale. A proposito, la griglia a forma di V, in alluminio, era più larga e minimale di qualsiasi modello di produzione precedente. Inoltre sembrava quasi galleggiare, grazie allo spazio creato sulla parte inferiore del paraurti anteriore e al quasi invisibile splitter in fibra di carbonio.
L’intera linea era caratterizzata da una serie di linee nette che si fondevano verso la parte posteriore. La linea di cintura, che va dai parafanghi anteriori alla coda, ricordava i modelli Alfa Romeo degli Anni ’60 come la GT Junior (1965) e la Spider (1966). Inoltre una seconda linea, ispirata stavolta alla Disco Volante del 1952, corre a 360 gradi attorno all’auto inclinandosi verso la parte anteriore; dal frontale e dai fari alla linea netta dello spoiler integrato sopra i fanali posteriori che scolpisce l’estremità posteriore.
Le curve del paraurti posteriore conferiscono leggerezza alla forma complessiva. Soprattutto in combinazione con la parte inferiore verniciata in nero che ospita il diffusore e i doppi terminali di scarico triangolari. La sensazione di leggerezza e la natura dinamica della vettura è stata accentuata dalle ruote in lega da 19 pollici montate su pneumatici Dunlop realizzati su misura. I cerchi sono quindi caratterizzati dal classico design Alfa con cinque aperture circolari. I cerchi si abbinano quindi al telaio che ospita il parabrezza, allo scudo e alla parte bianca degli interni, creando un bellissimo contrasto con la carrozzeria rossa.
Alfa Romeo 2uettottanta - INTERNI
Per quanto riguarda invece gli interni, l’abitacolo disponeva ovviamente di due posti soltanto. Inoltre presentava un design semplice con un cruscotto avvolgente che si espandeva verso le porte. Dietro il volante a tre razze c’era invece un quadro strumenti analogico con illuminazione rossa, incorniciato da una parte nera lucida che alloggia tre elementi digitali. La mancanza di una tradizionale consolle centrale rappresentava un bellissimo tocco retrò. Allo stesso modo del tunnel rivestito in pelle che ospita la leva del cambio e un sofisticato selettore della modalità di guida (DNA). Dietro i poggiatesta due elementi piramidali, che ospitano i due rollbar, discendono verso la coda e presentano aperture laterali quasi futuristiche.
Alfa Romeo 2uettottanta - PERCHÉ NON È MAI ENTRATA IN PRODUZIONE
Molto più simile a un modello di produzione che a uno studio, questa concept ha conquistato pubblico e critica con il suo stile sensuale e gli interni eleganti. Infatti gli appassionati (e non) e la stampa specializzata, semplicemente adoravano l’Alfa Romeo 2uettottanta, tanto che le speculazioni su una possibile produzione in serie iniziarono immediatamente. Il nuovo modello sarebbe potuto andare a sostituire l’Alfa Romeo Spider, anch’essa concepita da Pininfarina, prodotta dal 2006 su base Brera a trazione anteriore, che di lì a poco (fine 2010) sarebbe uscita di produzione.
Ma le cose non andarono così, perché la 2uettottanta arrivava in un momento in cui Alfa Romeo aveva in mente altri programmi: infatti, dopo neanche due anni dalla presentazione della concept, e precisamente a Maggio del 2012, il gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), proprietario della Casa del Biscione, firmò una dichiarazione di intenti con la giapponese Mazda per co-sviluppare una piattaforma roadster a due posti per la nuova generazione di Alfa Romeo Spider e Mazda MX-5.
L'accordo venne ratificato a Gennaio 2013, e prevedeva che la nuova Alfa Romeo Spider, che secondo gli intenti di FCA doveva diventare un'auto globale, sarebbe stata prodotta a partire dal 2015 nella fabbrica Mazda di Hiroshima, su una piattaforma in comune con la MX-5, rigorosamente a trazione posteriore, come da tradizione per entrambi i brand. Le motorizzazioni e lo stile dell'auto sarebbero state personalizzate da ciascun costruttore, che poteva dunque, secondo gli accordi, metterci molto del suo.
Ma durante i primi mesi del 2014, quando si avvicinava sempre di più il momento in cui la nuova Spider Alfa Romeo sarebbe dovuta entrare in produzione, l'allora AD di FCA, Sergio Marchionne, aveva cambiato idea a riguardo. Tanto è vero che insistette affinché la roadster del Biscione fosse prodotta ed assemblata in Italia, poiché, vista l'immagine che si stava cercando di dare ad Alfa Romeo, la nuova Spider non poteva basarsi su una piattaforma giapponese condivisa, e quindi la collaborazione con Mazda venne così dirottata sul revival della Fiat 124 Spider (la vettura venne lanciata già al salone Los Angeles Auto Show del 2015).
FCA cercò in qualche modo di mandare avanti il progetto Alfa Romeo Spider, pensando di utilizzare una piattaforma premium del Gruppo, la piattaforma Giorgio, quella in fase di sviluppo per Giulia e Stelvio, ma tutti i buoni propositi naufragarono, di fronte alla necessità di puntare su modelli di grandi volumi e larga diffusione per cercare di rilanciare il Brand.
Sarebbe bello se Stellantis, la società capogruppo proprietaria di Alfa Romeo, che ha riposizionato il brand in fascia premium, attraverso il CEO del Biscione Jean-Philippe Imparato, che è un alfista convinto, pensasse di riprendere in mano il progetto 2uettottanta, per dare ai propri designer spunti interessanti per una nuova Spider, visto che le sue linee sono ancora attualissime e desiderabili, e visto che in Alfa manca un modello spider dal 2010.