Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono

Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono

Tutti noi abbiamo sentito parlare almeno una volta di accise, soprattutto in relazione ai carburanti. In questo articolo, "Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono", vediamo che cosa sono le accise, ma soprattutto come gravano sul prezzo di benzina e diesel, e quali sono nello specifico.

Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono
Significato e storia della parola "Accisa"

Accisa: Tributo indiretto a riscossione mediata che si applica a determinati beni (per es., carburanti, elettricità, alcolici, sigarette, fiammiferi) al momento della produzione o della vendita, e viene pagato dal produttore o dal commerciante trasferendone l’onere sul consumatore, cioè includendolo nel prezzo di vendita.

ETIMOLOGIA: dal francese accise, che deriva a sua volta dal latino accīdere, composto di ad e cāedere ‘tagliare’.

Questa parola scaturisce dal latino medievale, nella forma accisia, col significato generico di imposta; attraverso il francese riemerge in italiano come accisa.

Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono
L'accisa oggi

Oggi l’accisa è un’imposta indiretta, cioè un tributo che non è commisurato direttamente alla capacità contributiva dei contribuenti, ma che viene applicato a tutti indifferentemente al momento del consumo o del trasferimento di un certo bene.

Il fine dell’accisa è in primis quello di generare gettito fiscale: quelli di energia elettrica e carburanti sono consumi necessari e diffusi, e ogni imposta che vi venga caricata su genera per l'erario un introito colossale. Come (ahimè) diceva Petrolini, «Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti».

Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono
Le accise sui carburanti in Italia

Oggi le accise sui carburanti in Italia rappresentano, insieme all'Iva del 22%, circa i due terzi del prezzo finale.

In termini percentuali, la penalizzazione del Fisco sui carburanti è il 55% del costo finale della benzina e il 51% del prezzo totale del gasolio. Per gli adoratori del dettaglio, alla rilevazione di lunedì 7 marzo 2022 sulla benzina l’accisa è pari a 72,8 centesimi e l’Iva 35,2 centesimi. Per il diesel, 61,7 di accisa e 32,9 di Iva al 22%.

Alcune delle accise sui carburanti in Italia sono anacronistiche, cioè fuori dal tempo; infatti rappresentano dei finanziamenti quasi centenari, di guerre, sciagure e disastri di ogni genere, che ormai ci siamo lasciati alle spalle. E sono tutti costi che gravano sulle tasche degli italiani. La maggior parte di queste imposte non avrebbe quindi più motivo d’esistere poiché sono decaduti i motivi che ne avevano decretato la necessità.

Le varie accise che si sono succedute nel tempo sono nate come straordinarie, e quindi con una durata temporale che doveva essere limitata, ma in realtà sin dalla prima introdotta, non sono mai state tolte ed ognuna si è sempre aggiunta a quella precedente.

Queste accise, poi, da risorse straordinarie quali erano, sono state rese strutturali, e cioè inglobate in singole voci, rendendo di fatto difficile (se non impossibile) la possibilità di ridurne o abolirne selettivamente solo alcune (magari quelle più vecchie). L'unificazione delle accise è avvenuta fino ad oggi in due passaggi: dapprima, nel 1995, un decreto dell'allora Governo Dini, ha riunificato tutti gli aumenti storici delle accise, eliminando così tutti i singoli riferimenti alle originali motivazioni; poi, con la Legge di Stabilità del 2015 sono state istituzionalizzate anche tutte le accise introdotte dal 1995 fino a quel momento.

Accise su benzina e diesel, cosa sono e quali sono
Quali sono le voci e le motivazioni relative alle singole accise sui carburanti in Italia

  • Il finanziamento della guerra d’Etiopia (1935-1936) con un’accisa di 1,90 lire (0,000981 euro)
  • Il finanziamento della crisi di Suez del 1956 con un’accisa di 14 lire (0,000723 euro)
  • La ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963 con un aumento di 10 lire (0,00516 euro)
  • La ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966 con 10 lire (0,000516 euro)
  • La ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968, sempre con un’accisa di 10 lire (0,00516 euro)
  • La ricostruzione in seguito al terremoto del Friuli del 1976 con 99 lire (0,0511 euro)
  • La ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 con un’imposta di 75 lire (0,0387 euro)
  • La missione Onu in Libano (Italcon) del 1983 per 205 lire (0,106 euro)
  • La missione in Bosnia con l’Onu del 1996 per 22 lire (0,0114 euro)
  • Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 con un’accisa di 0,02 euro
  • L’acquisto di autobus ecologici nel 2005 con 0,005 euro
  • La ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 per 0,0051 euro
  • Il finanziamento alla cultura del 2001 con un’imposta che va da 0,0071 a 0,0055 euro
  • Il finanziamento della crisi migratoria libica del 2011 con un aumento di 0,04 euro
  • La ricostruzione in seguito all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011 con 0,0089 euro
  • Il finanziamento del decreto Salva Italia” nel dicembre 2011 con un’imposta di 0,082 euro (0,113 sul diesel)
  • La ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012 per 0,02 euro
  • Il finanziamento del “Bonus gestori” e la riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo con 0,005 euro
  • Il finanziamento di alcune spese del decreto del Fare (c.d. Legge “Nuova Sabatini”) (dal 1 marzo al 31 dicembre 2014) con 0,0024 euro.
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