Ho deciso di scrivere questa guida alla scelta dell'alimentatore per PC perché mi sono accorto che spesso non viene data la giusta importanza a questo componente, sia quando ci si trova a doverlo sostituire per un aggiornamento o perché magari è guasto, sia quando lo si deve comprare ex-novo per inserirlo in un PC che abbiamo deciso di assemblare da soli.
L'alimentatore del PC, tecnicamente chiamato PSU (Power Supply Unit), costituisce infatti un componente essenziale di qualsiasi sistema desktop, proprio come lo sono il processore, la scheda madre, la RAM, ecc.
Scegliere un alimentatore di qualità è quindi fondamentale per fare la differenza, e cioè per avere un sistema ben equilibrato. La scelta di un alimentatore economico, e quindi di bassa qualità, o comunque con caratteristiche non sufficienti al fabbisogno del nostro sistema può arrecare danni agli altri componenti del PC.
In questo articolo cercherò di spiegare i principi di base e le caratteristiche tecniche da tenere a mente per una scelta corretta e consapevole durante l'acquisto di un nuovo alimentatore.
Guida alla scelta dell'alimentatore per PC
Formati e Dimensioni
Uno dei tanti parametri da tenere in considerazione per la scelta di un alimentatore, corrisponde alle dimensioni dello stesso: esse, nel limite del possibile, sono standardizzate in base a fattori di forma compatibili con i vari case per computer desktop disponibili in commercio.
Prima di acquistare un nuovo alimentatore, e ancor prima di andare a cercare altre caratteristiche tecniche, è pertanto fondamentale essere a conoscenza della tipologia di case in cui esso deve essere installato, in modo da conoscere il form factor supportato e le dimensioni massime utilizzabili, soprattutto in termini di profondità (alcuni alimentatori di fascia alta, tipici dei computer da gaming, tendono a essere più profondi del normale).
Di seguito vi elenco i diversi formati di alimentatori che si trovano oggi in commercio:
- ATX: Esistono due varianti di questo formato, che si distinguono l'una dall'altra solo per una differenza in profondità.
- Il primo, denominato ATX PS/2 (o ATX PS2) è quello più comunemente utilizzato, ed anche il più conosciuto, tanto è vero che è noto anche come "standard ATX PSU" e le sue dimensioni sono 150 x 86 x 140 mm (larghezza x altezza x profondità), ma in alcuni casi la profondità può raggiungere i 160mm. Di solito con il termine "ATX" non seguito da altre indicazioni, ci si riferisce a questo specifico formato;
- Il secondo, meno utilizzato, si chiama ATX PS/3 (o ATX PS3) ed è leggermente meno profondo di quello visto in precedenza; infatti ha come dimensioni 150 x 86 x 100 mm; la profondità massima di queste PSU non supera mai i 139 mm. Gli alimentatori ATX PS/3, in quanto meno profondi, possono essere installati anche all'interno di case compatibili con ATX PS/2. - SFX: Si tratta di alimentatori più compatti rispetto all'ATX, e di solito vengono montati in case di dimensioni più ridotte. Le dimensioni di questo standard sono 125 mm x 63.5 mm x 100 mm. Esiste una variante leggermente più grande, denominata SFX-L, la cui lunghezza sale da 100 a 130 mm con l'obiettivo di permettere l'uso di una ventola da 120 mm al posto di una da 80 mm, per un miglior raffreddamento. SFX-L non è però uno standard vero e proprio, ma un termine introdotto da SilverStone (produttore di alimentatori, e non solo) nel 2014 per indicare appunto questo formato leggermente più lungo;
- TFX: Questo formato, delle dimensioni di 85 x 65 x 175 mm, è molto meno comune, ed ha una forma più rettangolare e meno squadrata rispetto ai precedenti. Questi alimentatori sono di solito usati per case particolari, di altezza limitata, o comunque di forma non-standard.
- Flex ATX: Anche quest'ultimo formato, come il precedente, è meno comune ed ha una forma più rettangolare. Le dimensioni sono 81,5 x 40,5 x 150 mm, ed è usato con case particolari, di dimensioni ridotte.
Per quanto riguarda i case, nelle loro schede tecniche (che spesso sono in inglese o comunque usano terminologie inglesi), il tipo di alimentatore che può essere installato viene indicato alla voce "PSU", "Power Supply", "Power Supply Support", "Case Power Supply", "Power Supply Type", "PSU Form Factor" o ancora "Power Supply Unit".
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Connettori e cavi, modulare o non modulare
Cominciamo analizzando i diversi cavi che gli alimentatori utilizzano per fornire potenza al nostro sistema.
Nonostante la PSU che andremo ad acquistare dovrebbe già essere dotata di tutti i cavi necessari, vale la pena approfondire che aspetto hanno i diversi connettori. I cavi che effettivamente andremo ad utilizzare variano a seconda delle specifiche della nostra configurazione, tuttavia, molto probabilmente, avremo a che fare con quanto segue:
- Connettore Scheda madre a 24 pin: il modo in cui l'alimentazione viene gestita varia a seconda della scheda madre, tuttavia, il connettore/cavo a 24 pin viene frequentemente utilizzato per alimentare importanti funzionalità come chipset e PCIe.
- Connettore CPU 4/8 pin: questo connettore alimenta la tua CPU. Le CPU moderne consumano più potenza rispetto alla configurazione con scheda madre a 24 pin, motivo per cui è stato introdotto il cavo a 4/8 pin. Sebbene questo possa variare a seconda del produttore, in layout standard, il cavo della CPU di solito si collega alla parte superiore sinistra della scheda madre, vicino all'I/O.
- 6/8 pin (PCIe/GPU): alcune GPU sono alimentate direttamente dallo slot PCIe, mentre altre, per funzionare correttamente, richiedono una specifica configurazione tramite cavo di alimentazione. La maggior parte delle PSU risolvono la questione della flessibilità fornendo cavi che possono essere utilizzati in varie combinazioni, inclusi connettori a 6+2, 6, 8, 6+6, 8+6, 8+8 e persino 8+8+8 pin. Le unità PSU sono spesso dotate di diverse connessioni su un singolo cavo per evitare l'impiego di cablaggi aggiuntivi; per la grande maggioranza degli utenti, questo sistema può essere assimilabile alla presenza di più cavi. Prima di acquistarlo, verifica con cura che l'alimentatore sia provvisto delle connessioni di cui hai bisogno per la tua GPU. Questo connettore, in alcuni modelli di cheda madre, fornisce alimentazione aggiuntiva agli slot PCIe.
- Connettore Alimentazione SATA: questo connettore viene utilizzato per alimentare i dispositivi di archiviazione SATA. Anche altri dispositivi hanno adottato tale standard, ad esempio, gli hub RGB (le centraine di controllo dei LED) e i controller della ventola. Molte PSU hanno diverse connessioni SATA su singolo cavo per ridurre la quantità di cavi richiesti.
- Conettore di alimntazione Molex a 4 pin: connettore sempre più raro (lo si trova soprattutto su alimentatori molto datati) che è stato sostituito dal SATA. I connettori Molex oggi giorno sono generalmente utilizzati per accessori meno comuni, come per esempio con alcune pompe dei sistemi di raffreddamento ad acqua.
Un'altra considerazione importante per quanto riguarda gli attributi fisici della PSU è la distinzione tra modulare o non modulare. Ci tengo a chiarire subito un dubbio: a parità di tutte le altre caratteristiche, non c’è alcuna differenza di prestazioni fra un alimentatore modulare e uno non modulare.
Un alimentatore converte l'energia proveniente da una presa a parete e, come abbiamo visto sopra, la trasferisce a ciascun componente del nostro sistema tramite cavi dedicati. Se il nostro alimentatore non è modulare, questi cavi sono già stati saldati in fase di produzione alla scheda di circuito, e tutti fuoriescono dalla scocca della PSU così da poterli collegare alle varie componenti hardware del computer. Questo significa che non sarà possibile scegliere i cavi da utilizzare. Tutti i cavi, anche quelli che non usiamo, dovranno essere conservati all'interno del case e debitamente sistemati, magari raccogliendoli con una o più fascette, per evitare che una gestione non ottimale del cablaggio possa portare ad avere un flusso d'aria non sufficiente.
Con gli alimentatori modulari, al contrario, non vengono forniti cavi. Questo fattore modifica il processo di installazione, in quanto è necessario collegare ogni cavo prima alla PSU e poi al componente alimentato, e ciò significa che è possibile ottimizzare il sistema ed utilizzare un numero inferiore di cavi. Questo comporta una configurazione più pulita e un flusso d'aria potenzialmente migliore. La maggior parte degli utenti, infatti, non utilizza tutti i connettori in dotazione con gli alimentatori standard, fattore che rende le unità modulari leggermente più pratiche.
Esiste anche una terza opzione, intermedia, definita “alimentatore semi-modulare". In questo caso, alcuni dei cavi utilizzati più di frequente sono già collegati alla PSU, mentre altri devono essere collegati.
Per sistemi di alimentazione modulari e semi-modulari, non è consigliabile associare cavi di produttori differenti, o persino modelli diversi dello stesso produttore, a meno che non sia specificato diversamente. Nonostante le estremità dei cavi che collegano i componenti nel tuo sistema siano di tipo standard, l'estremità che si connette alla PSU non lo è, il che significa che marchi diversi potrebbero avere collegamenti differenti. Ecco perché è necessario utilizzare sempre i cavi forniti con il nostro alimentatore.
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Potenza, quanti Watt?
La potenza (o capacità) di un alimentatore rappresenta il carico massimo che l'unità può supportare per dare correttamente energia a tutti i componenti del computer ed è un altro dei vari parametri importanti da tenere in considerazione per essere sicuri di scegliere il prodotto giusto.
La capacità degli alimentatori viene indicata in Watt (l’unità di misura della potenza), e questo dato possiamo trovarlo oltre che nella scheda tecnica, anche sulla confezione e sull’etichetta del prodotto.
Spesso durante la scelta della potenza per un alimentatore sorgono spontanee domande come " Quanti Watt servono per l'alimentatore? ", " Come faccio a sapere di quanti Watt deve essere l'alimentatore? ", " Come faccio a stabilire quanta potenza mi serve? ", " Come faccio a calcolare la potenza che mi serve per l'alimentatore del PC? " e mille altre simili: in questo paragrafo cercherò di dare una risposta a tali quesiti.
La scelta dell'alimentatore è strettamente legata alle caratteristiche dell'hardware che andremo a collegarvi. In linea generale, sistemi più complessi richiedono una maggiore potenza di alimentazione. Per esempio, un sistema desktop con circuito di raffreddamento a liquido, una scheda madre di fascia alta ed una scheda grafica ad alte prestazioni necessitano di una potenza superiore rispetto ad un sistema più semplice. Ogni componente però ha un diverso consumo elettrico e per poter capire se la capacità di un certo alimentatore sia o meno sufficiente per reggere il carico richiesto, bisogna considerare il consumo globale di tutti i componenti. Per sapere quanto consuma ogni singolo componente, dovremmo andarci a vedere singolarmente la scheda tecnica di ciascun prodotto, e calcolare quindi la potenza totale richiesta dal sistema, ma questa potrebbe non essere un'operazione alla portata di tutti, soprattutto se non si ha un'infarinatura generale sulla questione.
Ma niente panico, per semplificarci la vita in tal senso, infatti, ci vengono in aiuto dei tool online messi a disposizione dai produttori stessi di hardware, che ci aiuteranno a fare una stima di quanti Watt ci servono, inserendo i vari componenti tramite vari menu a tendina. Qui di seguito ve ne elenco alcuni dei più famosi, ma ce ne sono molti altri, e li potete trovare cercando su Google "PSU Calculator".
- OuterVision® Power Supply Calculator
- Cooler Master Power Supply Calculator
- Newegg Power Supply Calculator
- be quiet! PSU calculator
- Sea Sonic Wattage Calculator (BETA)
Tutti i siti sopra elencati sono sicuramente un ottimo riferimento e alcuni poi sono più aggiornati di altri, ma in generale vi consiglio anche qualche scambio di opinioni con gli altri appassionati sui forum o magari la richiesta di un consiglio ad una vostra persona di fiducia.
Comunque, come regola generale, una volta fatta una stima della potenza necessaria, è sempre preferibile scegliere un wattaggio superiore alle nostre effettive esigenze. Quindi, se per esempio abbiamo calcolato che il nostro sistema assorbirà 500 W (un valore comune per un sistema abbastanza semplice), scegliere una PSU da 600 o 650 W potrebbe essere una buona opzione, in quanto ci darà un certo margine e inoltre ci permetterà in futuro di effettuare piccoli upgrade dell'hardware.
Quando scegliamo un alimentatore di potenza superiore, per i motivi appena elencati, è bene tenere a mente il seguente aspetto: un alimentatore da 750 W non consuma necessariamente 750 W. Se il nostro sistema consuma 500 W, questo alimentatore erogherà e consumerà per 500 W, indipendentemente dalla sua capacità massima. Una potenza superiore infatti non implica necessariamente un consumo maggiore di energia, ma permette di fornire più potenza al sistema in caso di necessità. Detto questo, non esiste un vero vantaggio nell'avere una PSU eccezionalmente potente se il nostro sistema non ne ha effettivamente bisogno; in caso di budget limitato, potrebbe quindi essere preferibile scegliere una PSU di potenza più vicina al reale fabbisogno del nostro sistema, e investire i soldi risparmiati su un prodotto meno potente ma con maggiore efficienza.
Inoltre dobbiamo anche considerare le caratteristiche di potenza continua e potenza di picco della nostra nuova PSU. La potenza di picco è la potenza massima che la PSU può erogare per brevi periodi di tempo, mentre la potenza continua si riferisce alla potenza erogata in modo continuativo per cui è stata progettata la PSU. La potenza di picco viene solitamente raggiunta quando il sistema viene spinto al limite, come con i giochi più impegnativi o quando si eseguono benchmark hardware.
Se improvvisamente viene richiesta maggiore potenza, la PSU dovrebbe essere in grado di gestirla rapidamente, ma non dobbiamo aspettarci che questa maggiore potenza possa essere erogata in modo continuativo. Assicuriamoci quindi sempre che la PSU che andiamo ad acquistare abbia una potenza continua sufficiente e non scegliamola solo basandoci sulla sua potenza di picco. Vi dico questo perché spesso alcuni produttori meno famosi tendono a volervi ingannare mettendo in bella mostra la potenza di picco e spacciandola per quella continua. Di norma, comunque, i watt indicati si riferiscono sempre alla potenza continua e la potenza di picco non viene di solito nemmeno indicata (laddove sia presente, si trova sotto la voce "Peak Power" o "Peak Wattage").
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PFC, attivo o passivo?
La tecnologia PFC (Power Factor Correction), conosciuta anche come correzione del fattore di potenza, ha lo scopo di correggere la perdita di potenza ed aumentare l’efficienza dell’alimentatore. Esistono due tipi di PFC: attivo o passivo, la cui differenza risiede nella composizione del circuito e dei componenti elettrici.
In un alimentatore con PFC attivo vengono utilizzati circuiti elettronici avanzati composti da convertitori boost, raddrizzatori a ponte e condensatori di ingresso, in grado di distribuire in modo ottimale l’alimentazione ai dispositivi collegati. Si tratta della soluzione più moderna ed efficace.
Un alimentatore con PFC passivo utilizza invece condensatori e induttori posti in serie per migliorare la distribuzione dell’energia. È un metodo meno complesso e costoso, ma anche meno efficiente.
Confrontando l’efficienza di alimentatori con e senza PFC, possiamo fare alcuni esempi:
- Un alimentatore senza PFC può raggiungere un fattore di potenza tra il 50% e il 60%;
- Un alimentatore con PFC passivo può arrivare ad un Power Factor di massimo 70% o 80%;
- Un alimentatore switching moderno con PFC attivo parte da un minimo dell'80% e può arrivare ad un fattore di potenza oltre il 90%.
Quindi, per concludere, la risposta alla domanda "Meglio PFC attivo o passivo?" è la seguente: un alimentatore con PFC attivo è migliore, in quanto produce una frequenza di alimentazione più efficiente rispetto ad uno senza PFC o con PFC passivo.
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Circuiti di protezione, per una maggiore sicurezza
Come ci si aspetterebbe da qualsiasi soluzione che deve gestire potenze ingenti, la sicurezza del sistema è un fattore critico. Un buon alimentatore dovrebbe avere sistemi fail-safe integrati, non solo per preservare la PSU stessa, ma anche per proteggere il sistema qualora insorgano imprevisti, come in caso di sovralimentazione.
L'alimentatore e la scheda madre sono i soli componenti per PC che si collegano direttamente a quasi ogni altro componente hardware nel sistema. A causa della peculiare posizione della PSU nel layout del PC, assicurarsi che disponga di una protezione integrata può aiutare a garantire la sicurezza anche degli altri componenti hardware.
Vale sempre la pena verificare se l'alimentatore che stiamo considerando di acquistare dispone di sistemi di protezione integrata, districandosi fra varie sigle ed acronimi, di cui vi elenco qui sotto il significato:
- OCP (Over Current Protection): protezione dai picchi di tensione. Protegge dagli effetti potenzialmente dannosi legati al passaggio di una corrente eccessiva nell'alimentatore. Un sovraccarico dell'unità o un corto circuito può danneggiare l'unità o i componenti connessi. Si attiva quando la corrente in uscita raggiunge un valore dal 130% al 150% rispetto a quello adeguato.
- OPP (Over Power Protection) / OLP (Over Load Protection): protezione da sovraccarico. Impedisce danni legati a un'eccessiva uscita di potenza. Si attiva di solito quando la potenza si tocca un valore che va dal 130% al 150%.
- OTP (Over Temperature Protection): protezione da surriscaldamento. Spegne l'alimentatore quando la temperatura interna supera il livello massimo di sicurezza impostato dal produttore.
- OVP (Over Voltage Protection): protezione dalle tensioni eccessive. Spegne l'unità o sospende l'erogazione quando la tensione supera un certo livello, in genere quando l'uscita di tensione supera un valore dal 110% al 130%.
- SCP (Short Circuit Protection): protezione da corto circuito.
- SIP (Surge & Inrush Protection): Protezione contro le scosse elettriche.
- UVP (Under Voltage Protection) / BOP (Brown Out Protection): protezione da cali di tensione. Previene il danneggiamento dell'alimentatore a causa di un improvviso calo di tensione dovuto a reti elettriche non stabili.
Oltre a preferire alimentatori con più sistemi di sicurezza possibile (sempre in relazione al nostro budget), è inoltre comunque consigliabile collegare il nostro PC ad un dispositivo esterno di protezione da sovratensione. Questi dispositivi di protezione hardware sono progettati per fornire al nostro sistema un ulteriore livello di protezione, isolando i componenti da potenziali picchi di corrente. Nella loro versione più semplice, ma comunque molto efficace, non sono niente altro che delle ciabatte multi-presa con specifici circuiti di protezione da sovratensione. Per esempio, sono molto buone quelle fornite da brennenstuhl®.
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Efficienza e rendimento energetico
La potenza è certamente un fattore importante da considerare quando si sceglie un alimentatore per PC desktop, ma lo è anche l'efficienza. Un'alimentazione inefficiente porta a uno spreco di energia e alla generazione di più calore, fattori che possono potenzialmente ridurre la durata dei componenti.
Trattandosi di una considerazione così importante, esiste un sistema di valutazione indipendente relativamente semplice, denominato "80 Plus". È infatti possibile che abbiate già notato la sigla "80 Plus" su molti alimentatori, spesso seguita dal nome di un metallo prezioso. Per ricevere questo tipo di classificazione, un alimentatore deve avere un'efficienza pari almeno all'80%, il che significa che al massimo il 20% dell'energia viene disperso come calore.
Questa classificazione di efficienza viene determinata dalle prestazioni in un sistema a 115 V e le valutazioni salgono man mano che sale la qualità del metallo prezioso indicato.
Tali elementi includono:
- 80 PLUS
- 80 PLUS Bronze
- 80 PLUS Silver
- 80 PLUS Gold
- 80 PLUS Platinum
- 80 PLUS Titanium
Maggiore è l'efficienza della PSU, minori sono l'energia consumata e il calore generato. Detto ciò, un'efficienza maggiore solitamente implica un prezzo superiore, è quindi necessario trovare la soluzione adatta alle nostre esigenze.
Anche la PSU più efficiente genera calore e la maggior parte delle unità utilizza ventole per disperderlo. Molti alimentatori sono progettati per far sì che la ventola venga attivata unicamente quando necessario, ovvero, quando la PSU raggiunge una determinata soglia. Funzionalità come queste aiutano a ridurre il rumore. Per chi punta al top, sono disponibili alimentatori con raffreddamento a liquido che garantiscono un'esperienza di utilizzo davvero silenziosa.
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ETICHETTA DELL' ALIMENTATORE: Tensioni e canali, o "rail"
Questa parte interesserà sicuramente meno al consumatore neofita, o comunque lo annoierà di più, in quanto si va un po' più sul tecnico, ma vi consiglio comunque di "rimanere sintonizzati", per capire meglio come si legge l'etichetta di un alimentatore.
AC Input. In genere sempre il primo in alto, ovvero quale Corrente Alternata (AC - Alternate Current) dovrebbe entrare in quell'alimentatore.
DC Output. Ovvero le tensioni in uscita di Corrente Continua (DC - Direct Current) che dall'alimentatore entrano nei componenti del PC. Qui troviamo le Rail (+3.3V, +5V, +12V, -12V, +5Vsb etc.) ovvero i canali di alimentazione suddivisi in base ai volt. La maggior parte delle nostre componenti attinge potenza dal Canale +12V, questo è per l'appunto quello a cui bisogna prestare maggiore attenzione durante la lettura dell'etichetta.
Immaginate i binari di un treno, ogni Rail è un singolo binario con determinate tensioni (espresse in Volt), diverso da ogni altro binario.
Max Output (o Output Power o Max Output Current). Al di sotto delle varie Rail divise per le tensioni, possiamo vedere quanti ampere (A) porta ogni Rail. Con l'esempio dell'etichetta riportata sopra, abbiamo un +3.3 volt che porta 20 ampere, un +5 volt che porta 20 ampere, un +12V che porta 70.5A, etc. Queste correnti (ampere) portate dalle Rail vengono in genere chiamate Max Output o Max Output Current o Output Power.
Max Combined Wattage (o Combined Output Power o semplicemente "Combined, W"). Per ricavare questo valore per ogni singolo Rail basta fare una semplice moltiplicazione tra i Volt e gli ampere (per esempio, guardando al Rail +12V, 12V * 70,5 = 846W). Come potete però notare dall'etichetta, se calcoliamo i watt per la Rail +3.3V (3,3V * 20A = 66W) e poi per la Rail +5V (5V * 20A = 100W) e li sommiamo assieme, ritroviamo un potenza (watt) totale di 166 W che non corrisponde alla prima riga dei watt in cui leggiamo invece 120W. C'è quindi una discrepanza tra i calcoli appena fatti e i dati riportati sull'etichetta.
Com'è possibile? Guardiamo per prima cosa la dicitura a sinistra dei watt, che viene chiamata solitamente Max Output Combined o in questo caso Max Combined Wattage.
Il Max Output Combined è la massima potenza che possono fornire contemporaneamente quei canali.
Il nostro alimentatore ha come detto diverse Single-Rail in base alle tensioni (quindi il +3,3 V, il +5 V, il +12 V etc) e inoltre potrebbe a avere anche delle Multi-Rail (In genere sul +12 V chiamate: +12V1, +12V2, +12V3 etc), quindi 2/3/4 o più Rail su di una singola tensione (volt).
Immaginate ancora i binari di un treno: ogni Single Rail è un singolo binario principale con la sua singola tensione (volt), ogni Multi-Rail invece è una biforcazione della binario principale che crea binari simili da uno grande di partenza che viaggiano alle stesse tensioni ma con minor potenza rispetto ad un singolo binario.
La potenza (watt) che ne risulta dalla somma delle Rail o delle Multi-Rail, sarebbe superiore alla reale potenza (watt) dichiarata - se la calcolassimo come fatto prima - ma bisogna ricordarsi che questo è il MASSIMO che si può prelevare CONTEMPORANEAMENTE dalle varie uscite e può quindi essere diverso dal prodotto della moltiplicazione della corrente nominale e delle tensioni (volt) e dalla successiva somma delle varie Rail o Multi-Rail; è praticamente il limite di potenza che si può generare da quei due binari se attivi contemporaneamente.
Immaginate un treno regionale che viaggia da solo sul binario chiamato +3.3 V, e può andare ad un massimo di 66 km/h, mentre sul binario vicino chiamato +5V un altro treno, più veloce, un intercity, che parte in un momento successivo, può andare ad un massimo di 100 km/h. Se questi due treni viaggiassero insieme però, non potrebbero andare rispettivamente a 66 km/h e 100 km/h poiché rischierebbero un incidente, e quindi si dovrebbero entrambi limitare poiché l'intera pista di binari non sopporterebbe due treni che complessivamente viaggiano ad una velocità superiore ai 120 km/h; quindi entrambi si devono limitare ad esempio a 72,5 km/h per il treno intercity e a 47,5 km/h per il treno regionale così da non superare il limite complessivo di 120 km/h.
Ricordiamoci che se dichiarato, il Max Output Power di un +12 V deve essere il più vicino possibile alla potenza totale dell'alimentatore (un buon valore dovrebbe essere del 90% o più).
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SU QUALI MARCHE PUNTARE... E SU QUALI NO
Dopo molte indagini e ricerche che ho fatto personalmente sui modelli budget che si trovano in giro per la rete, vi consiglio vivamente di non acquistare i prodotti dei seguenti brand: Rasurbo, Inter-Tech (Sinan Power, Coba), Tech Solo, RaptoxX, Tronje, Xilence, Ultron, World Link, Q-Tec, Enhance, World Link, Andyson, Topower, Casing Macron e Channel Well. Tutti i modelli appena elencati si sono dimostrati assolutamente poco affidabili, e con delle caratteristiche tecniche veramente scarse. La lista appena elencata ovviamente non è esaustiva, di marche pessime ce ne sono tantissime altre....
Le marche che invece vi consiglio, ricordandovi sempre che prima di acquistare è sempre bene buttare un occhio alle schede tecniche, soprattutto ora che siete un po' più "infarinati" a riguardo, sono le seguenti (sono in ordine alfabetico, e non di importanza):
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RIEPILOGANDO...COME CAPIRE LA QUALITÀ DI UN ALIMENTATORE PRIMA DI COMPARLO
Come detto sopra, se andate su marche conosciute (sempre dando un occhio alle caratteristiche prima di acquistare), non dovreste avere problemi. Se invece, magari, volete cimentarvi nella ricerca di qualche brand meno conosciuto, per risparmiare qualche euro (e perche no?), qui di seguito vi riepilogo otto regolette che vi saranno sicuramente d'aiuto:
1. Bisogna sospettare di alimentatori molto potenti che costano poco, ed essere consapevoli del fatto che in linera generale non esistono alimentatori decenti a meno di 40 euro. Il prezzo minimo varia a seconda del tipo di alimentatore, ma per ogni categoria esiste un prezzo di riferimento minimo, e se si va al di sotto di quest’ultimo allora bisogna essere estremamente cauti. Il problema diventa molto rilevante con i computer che si vendono già assemblati; costano poco, ma dentro potreste trovarci un alimentatore da 400 watt che costa 20 euro, realizzato da un’azienda senza scrupoli.
2. È bene controllare sempre le specifiche. Per esempio, se un alimentatore dichiara alte prestazioni sui canali da 3,3 e 5 volt mentre i numeri del canale 12 V sono bassi, ci dev’essere qualcosa che non va: dichiarare le prestazioni massime per canale, ma sorvolare su quelle combinate è infatti una scelta sospetta.
3. Invece è importante sapere quanta energia è disponibile se si usano tutti i canali. Se un alimentatore non offre questa informazione, evitatelo.
4. E poi fareste bene a prendere con le molle le più entusiastiche definizioni del marketing, come Super, Extreme, Gaming, Combat e così via. Aggettivi altisonanti e superlativi abusati non indicano nulla, se non un tentativo bislacco di risaltare sul mercato, soprattutto se questi nomi sono affiancati a specifiche che dovrebbero essere normali (cioè che dovrebbe avere qualsiasi buon alimentatore): in questi casi meglio essere sospettosi.
5. Un Power Factor Correction (PFC) passivo piuttosto che attivo porta a un’efficienza inferiore.
6. Pochi connettori o cavi molto corti potrebbero essere un problema. Un alimentatore da 750 W, per esempio, solitamente ha 4 connettori PCIe per schede grafiche (2 x 6-pin e 2 x 6+2-pin), quindi pensateci due volte se un modello ne offre solo due (o almeno considerate le opzioni di aggiornamento, se avete a che fare con un modulare o semi-modulare).
7. Con alimentatori poco costosi, la qualità dell’isolamento del cavo potrebbe essere scadente, o i cavi potrebbero non essere completamente isolati.
8. Fate attenzione se ci sono poche indicazioni, o non ce ne sono affatto, sulla circuiteria di protezione. Se l’alimentatore riporta solo l’OPP (overload protection) o magari SCP (short circuit protection) è un problema. Se trovate anche l’OVP (overvoltage protection), questo significa che probabilmente è equipaggiato con un semplice resistore variabile all’ossido di metallo. Queste misure di sicurezza però sono assolutamente insufficienti. Quindi, in linea di massima, più sigle sono riportate, meglio è!
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